Molto si è scritto e si è discusso e si continua a discutere della Social Influence; la social influence sarà anche il principio ispiratore o uno dei motivi conduttori del prossimo Master in Social Network influence Design del Politecnico di Milano, di cui vi ho già parlato in un precedente post; ecco alcuni miti e luoghi comuni attorno alla Social Influence che mi piacerebbe sfatare o comunque riportare entro i giusti binari dell’oggettività;
Prima di partire con i miei 5 falsi miti mi preme però ricordare cosa si intende per influenza: la capacità di influenzare le opinioni o spingere all’azione qualcuno (Ability to drive action or make decisions or opinions). L’influenza quindi si estrinseca, si appalesa nel momento in cui l’influenzatore fa cambiare opinione, pensiero su un particolare argomento o fa prendere una decisione o induce un’azione (es. spinge all’acquisto di un prodotto). Se prendiamo per buona questa definizione si capisce subito come sia difficile tracciare l’influenza in generale (non solo nel contesto digitale) e conseguentemente gli influencer in generale.
1. L’influenza sociale è misurabile in maniera univoca
Non è vero, esistono differenti modelli e algoritmi per la misurazione della social influence, ciascuno tiene conto di parametri differenti o di pesi differenti; come ai tempi eroici dei motori di ricerca, le varie aziende e startup stanno cercando di identificare e costantemente migliorare i propri algoritmi; in generale l’influenza è un concetto, non una misura certa, assoluta e misurabile. Bisognerebbe quindi partire da una definizione condivisa di influenza e provarla a renderla standard.
2. Klout è lo standard per la misurazione della Social Influence
Certamente a Klout va dato il merito di “popolarizzare” il concetto di Social Influence, ma, a mio avviso, anche il demerito, di porsi come strumento”Standard” per la misurazione della stessa. Inoltre, a differenza di altre piattaforme, come Kred, l’algoritmo che calcola il Klout Score non è noto nella sua formula, ma semplicemente descritto. Certamente Klout, come altre piattaforme analoghe, misura l’attività, l’intensità, l’eco dell’attività social e il livello di amplificazione che ne deriva; é una buona approssimazione del concetto di capitale social ma non è detto che le persone che sono più popolari siano anche le più influenti.. In sintesi: Social Capital is different from Social Influence
3. Un Influencer è per sempre..
Niente di più falso; quando parliamo di influencer, sopratutto nel contesto Social, dobbiamo sempre contestualizzare rispetto ad alcune variabili, come il Tempo, il luogo e il contesto.
In particolare si può essere influencer Oggi, ma non esserlo stato Ieri e forse non esserlo più Domani. Dipende dalla capacità, costanza e consistenza dell’Influencer. Un po’ come la Felicità per Leopardi..
4. Un Influencer è su tutto..
Correlato al falso mito precedente; si può essere autorevoli, credibili, esperti riconosciuti all’interno di una community focalizzata su particolari temi e interessi ma naturalmente non su tutto lo scibile umano. Il nostro livello di influenza è un misto di persoanal branding, competenze, ma anche generosità, capacità di selezionare e veicolare contenuti di rilievo, di valorizzare e reinoltrare (propagando e segnalando) contenuti altrui. Per questo sono interessanti le piattaforme che non partono, come Klout, da livello di attività social individuale ma dai topics, dall’analisi cioè di community, forum specializzati e focalizzati su un tema specifico. A questo tipo di Piattaforme appartengono:
– Appinions
– Traackr
– mPact Pro di mBlast
– SpotInfluence
Un altro punto interessante che “relativizza” l’influencer è la dimensione locale. Si può essere influencer all’interno del nostro territorio e della nostra zona (sto pensando alla mia amica Elena e al suo Blog IoAmoFirenze:)).
5. L’influenza è solo un fenomeno online
Niente di più falso. C’è tutta una letteratura di studi e ricerche parte dall’analisi delle reti sociali (pre Facebook) per identificare e analizzare il comportamento degli influenzatori, opinion leader, persuasori più o meno occulti e così via. che a differenza dell’influenza costruita e alimentata dall’attività social, in gran parte pubblica e oggetto di misurazione, molto spesso sfugge alla vista di tutti noi.. e su questo punto mi taccio..
Ecco una mia presentazione sulla social Influence, tratta da the rise of digital influence di Brian Solis, Altimeter Group.
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