blogger e web strategist è uscito da Forrester per andare a lavorare in Altimeter Group, dove già era arrivata Charlene Li, sempre da Forrester. In una recente intervista rilasciata ad Econsultancy viene chiesto a Jeremiah quanto abbia contato il suo lavoro in Forrester per incrementare la propria reputazione e brand personale.. Owyang risponde che in realtà lui era già noto, proprio grazie al suo blog, ed è questo uno dei principali motivi per cui è stato assunto da Forrester..”. Le aziende comeForrester sono a caccia di persone che già hanno un proprio branf, da questo ne traggono a loro volta vantaggio… ma questi asset sono “portabilI”, nel momento in cui una persona come Jeremiah Owyang se ne va..
Quanto vale allora un brand Corporatate rispetto ad un brand personale? In che modo le aziende si devono comportare? Il tema in realtà non è nuovo ma tipico dei beni basati sulla reputazione ( I credence goods), come i servizi di consulenza, tipo McKinsey o Bain.. alla fine la persona, il personal brand può prevalere rispetto al Brand umbrella.. il tema è dunque allora come conciliare e armonizzare questa relazione, e come le aziende dovranno gestire sempre più questo genere di situazioni. Come identificare i personal brand all’interno delle aziende? Come coltivarli, quali tipo di policy stabilire con loro nel momento in cui scrivono su un blog, partecipano ad una community, etc. etc.? Che ne pensate? Come gestireste un dipendente con un forte brand personale?
Ho appreso da poco che Jeremiah Owyang, una delle persone + famose ed accreditate tra i Social media Guru, Riguardo a Leonardo Bellini
Leonardo Bellini, fiorentino di nascita e milanese d'adozione. Condivide su questo Blog contenuti, spunti e riflessioni sul marketing digitale. Tra i suoi progetti: Social Minds, co-fondatore del Social case history Forum, Autore di "Fare business con il Web" - Lupetti Editore.
Le star avranno sempre un loro mercato…
Penso che la migliore strategia sia valorizzare lo specialista, perchè se di vero talento si tratta, apporterà nuovo knowhow da redistribuire in azienda.
Io partirei dal fatto che non esiste il “solista”, se questo assunto è condiviso ed è chiaro che tutto ciò che fa lo fa in nome e per conto del suo “datore di lavoro”, penso che la collaborazione non mortificherà la sua “libertà” e il suo lavoro non potrà “arrecare danni” all’azienda.
… anzi, dovrebbe contribuirne ad aumentarne la credibilità (dell’azienda che l’ha assunto e di cui fa parte). Grazie del tuo intervento
Vi segnalo il libro “SelfBrand fate di voi stessi un autentico Brand” (Franco Angeli)
Per emergere e distinguersi servono competenze, comunicazione corretta e reputazione congrua.