Riporto qui sotto alcuni veloci appunti di viaggio di 2 salti mattinieri allo SMAU di quest’anno; la sensazione è che lo SMAU viva una sorta di crisi schizofrenica, rappresentata dall’abisso tra un padiglione, quello in basso, pieno di stand, prodotti, e business as usual rispetto al padiglione 2, quello in alto, pullulante di tante e variopinte startup, di giovani, arene e business to be..
Giovedì mattina ho ascoltato con piacere 2 interventi alla Social Arena: il primo di Giorgio Marandola di Ideolo, il secondo di Giuseppe ed Ivana di Business Finder.
Giorgio ha presentato a mio avviso un suo interessante modello dei tre cerch di Servizi e piattaforme di social networking, in base alla lontananza dal prodotto e dal punto di acquisto.
Giorgio ha dato ottimi spunti per quanto riguarda la costruzione del processo di relazione e di avvicinamento all’acquisto fisico, sul punto vendita e ha citato casi e applicazioni interessanti come la Mobile App Shopkick e dei meccanismi di loyalty e rewarding insiti nell’applicazione; la domanda che si pone
Giorgio è quella di noi consumatori che ci chiediamo perché o come dovremmo essere premiati per passare o investire il nostro tempo tra i reparti di un negozio o di un grande magazzino, infine ha parlato anche di Pinterest e di come possa generare traffico e lead e contribuire alle vendite dei nostri prodotti, verso il nostro sito
L’intervento di Business Finder, a 2 voci di Ivana e Giuseppe è stato se vogliamo volutamente per non addetti ai lavori, come hanno precisato all’inizio del loro speech; hanno chiaramente sfatato alcuni miti relativi a Facebook tra cui:
– Facebook è per ragazzini: non è vero, il 34% degli utenti facebook è nella fascia 30-45, circa il 17% dai 46 in su
– la gente va su facebook per perdere tempo: è vero, almeno in parte, ma questa non è una negatività; è quando siamo più rilassati che siamo disposti a valutare e prendere decisioni relative ai nostri prossimi acquisti
– Facebook e il profilo: ogni volta che compiamo un azione su Facebook, come scrivere un post, o commentare o fare mi piace, alimenta il grafo di interessi che Facebook sta costruendo attorno a noi e che permette a Facebook di creare annunci e campagne altamente profilate, basati su interessi e passioni reali
Stamattina infine ho rivisto con grande piacere Stefano Epifani che ha fatto un bell’intervento, anche se purtroppo un po’ di corsa sulla Social meda strategy, opportunità e minacce, ricco di esempi, aneddoti e riflessioni intelligenti; tra questa mi è piaciuta la definizione dei 5 stadi di dolore, ossia dei 5 atteggiamenti che le aziende mostrano verso i social media, dal diniego (rifiuto), alla rabbia, negoziazione fino all’accettazione..
A seguire ho assistito alla presentazione di Ernesto Belisario sul tema dell’Open Government; moltissimi gli esempi di applicazioni di open governement in molti paesi del mondo; la tesi di fondo è che abbiamo parlato tanto ( e, sopratutto in Italia, concluso ancora poco) di Open Data dimenticando che questi sono il mezzo e non il fine, per arrivare all’Open Government che si basa su 3 pilastri:
- Trasparenza: dare tutte le info
- Partecipazione : favorire la partecipazione da parte dei cittadini
- Collaborazione: utilizzare strumenti innovativi per permettere la collaborazione (che non significa co-decisione)
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