Alzi la mano chi non sta utilizzando, o non ha perlomeno provato ad utilizzare una piattaforma a pagamento per migliorare il livello di engagement delle proprie Social Property..
Secondo Ken Burbary e Cuck Hemann, autori dell’interessante libro Digital marketing Analytics, i vantaggi e gli elementi distintivi di queste piattafome sono la possibilità di:
- DISTRIBUIRE I CONTENUTI SU SOCIAL NETWORK DIFFERENTI
- SCHEDULARE LA PUBBLICAZIONE DEI CONTENUTI
- ANALIZZARE IL LIVELLO DI GRADIMENTO ED ENGAGEMENT GENERATO DAL SINGOLO CONTENUTI
La domanda di base è: “possiamo realisticamente pensare che il nostro Social Community Manager riesca a fare tutto da solo, postando nativamente su N Social network, senza uno strumento in grado di aiutarlo a:
- ascoltare e monitorare i temi di maggior rilievo (quelli che “risuonano” di più) per la propria audience
- gestire e condividere con il proprio team un piano editoriale (cross-channel)
- pubblicare e /o schedulare i propri contenuti sui social
- analizzare engagement ed eventualmente ritorni del proprio social media marketing[/list]
La risposta è ovviamente retorica: potrebbe sì fare tutto da solo ma a fronte di quali costi e inefficienze?
Le caratteristiche di base, comuni a quasi tutti i tool di social media engagement sono:
- cruscotti social: possibilità di avere una vista unica e aggregata dell’andamento delle nostre azioni in base ai nostri obiettivi (awareness, eeputazione, engagement, influencer, advocacy, conversion..)
- schedulazione dei post (e creazione di un Social content calendar condiviso)
- Cross-posting: pubblicazione simultanea di contenuti su più piattaforme
- Contenuti visual: maggiore facilità a postare tipologie e formati di contenuti differenti
- Geo-targeting: possibilità di pubblicare contenuti differenti in base all’area geografica dell’utente (valido per Facebook, meno per gli altri Social Network, anche se mi aspetto grosse novità in tal senso da Twitter, LinkedIn, Youtube..)
- Post-tagging: permette di raffinare l’analisi di una campagna social analizzando per esempio l’esito di differenti tipologie di post (informativi, relazionali, ispirazionali, promozionali)
Relativamente ai tool di SME, ecco una lista di quelli analizzati e consigliati all’interno del libro:
Low-budget:
Enterprise level:
-
Vitrue (acquisita da Oracle)
-
Wildfire (acquisita da Google)
-
BuddyMedia (acquisita da SALESFORCE)
Dalla mia esperienza personale Hootsuite e Argyle Social sono davvero valide e in un certo senso complementari.
Tra le piattaforme destinate alla fascia Enterprise, Spredfast è a mio avviso la piattaforma migliore; in realtà non conosco Sprinklr.
Ecco qui le mie slide sulle piattaforme di social media engagement:
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