Gli amici di ContactLab mi passano una interessante innografica che condensa gli 8 (e non 7) peccati capitali che si possono commettere quando si scrive una newsletter; il concetto chiave è quello della Relevance: la rilevanza dei contenuti, ma anche delle offerte promozionali e consigli per gli acquisti, per il destinatario;
Ecco i crimini e misfatti (gli errori da evitare):
1. Mittente misterioso: Spesso troviamo un mittente generico che non identifica l’azienda o il servizio che ci sta contattando. Perché un utente dovrebbe leggere il messaggio inviato da un mittente sconosciuto?
2. E quindi? Il subject non dovrebbe incuriosirmi? Un subject generico, ripetitivo o senza call to action non suscita curiosità e non stimola le aperture.
3. Non vedo le immagini! Davvero interessante questa ‘x’! I dati sulla consultazione delle caselle ci presentano un utente che si muove con agilità tra le molteplici modalità di fruizione della posta elettronica. Per questo è consigliabile di testare sempre la visualizzazione delle newsletter non solo sui sui principali client di posta e webmail, ma anche sui diversi dispositivi mobili, vista la sempre più significativa diffusione di smartphone e tablet. Quante aziende investono nella creatività di una campagna senza poi curarsi dell’effettiva visualizzazione delle immagini? Lo confermano anche i risultati dell’ultimo Email Marketing Consumer Report (http://www.contactlab.com/email-marketing-report-europe): il 47% degli utenti attiva le immagini in un secondo momento, in tre casi su cinque solo se riconosce il mittente.
4. Un attacco banale: Non cattura la mia attenzione. Abbiamo pochi secondi per catturare l’attenzione dell’utente e 30 caratteri – come quelli contenuti nell’oggetto dell’email – per convincerlo. A questo scopo gli A/B test sono un ottimo metodo per verificare a costi estremamente contenuti l’efficacia della nostra campagna, analizzando le reazioni degli utenti di fronte a un diverso subject o a un diverso layout.
5. Il testo è troppo lungo: Mi sto già annoiando… La giusta attenzione al copywriting dei messaggi è fondamentale per determinare la riuscita di una campagna.
6. E le call to action? Senza perdiamo un’occasione di contatto e di conversione!
7. Social a tutti i costi: Ma Cosa dovrei condividere? Va bene essere social, ma se non c’è molto da condividere cosa clicco a fare? La presenza sui social network va inserita in una strategia online che miri a costruire e mantenere un dialogo coi propri sostenitori e donatori.
8. Disiscrizione impossibile: E se segnalassi questa email come spam? In una buona strategia di email marketing occorre mettere in conto la perdita di interesse degli utenti e soprattutto bisogna saperla gestire. È utile rendere ben visibile il link di unsubscribe: rendere il processo di disiscrizione complicato a chi ha già deciso di non seguirci più non porta nessun vantaggio. Piuttosto, si può impostare un survey post-disiscrizione per indagare i motivi di questa scelta.
Ecco l’infografica di ContactLab:
Top email crimes: gli errori da evitare – Infografica a cura di ContactLab email marketing
ContactLab sarà presente anche per la II edizione del Social Case History Forum.
Lascia un commento