La domanda è una di quelle più ricorrenti e dibattute, oggetto di infinite analisi e disquisizioni in master di Management e MBA in tutto il mondo: imprenditori si nasce o si diventa?
O meglio: quali sono i requisiti, le precondizioni, i presupposti per una impresa o una startup di successo?
E’ un fattore genetico, ereditario (il famoso gene, il DNA dell’imprenditore) oppure si può imparare e studiare per diventare imprenditore?
Innanzitutto bisognerebbe definire quando e come un’impresa diventa di successo…
di questo e di altro, dei fattori “genetici”, contestuali, ambientali, psicologici e fattuali che fanno sì che una startup cresca e diventi florida ne ho parlato oggi a pranzo con Vito Margiotta, un giovane laureando alla Bocconi (si laureerà questo autunno proprio su questo tema) che mi aveva inviato un messaggio su facebook proponendomi di rispondere ad alcune domande di una ricerca sui driver e fattori di successo di una startup.
Qual è dunque il cocktail giusto per il successo, e al contempo quali sono gli ostacoli più difficili da superare?
Certamente la motivazione, la visione dello startupper, dell’ideatore, dell’audace e folle visionario, ma non basta occorre certamente un team, possibilmente coeso e atrettanto motivato e assortito:
Altri fattori sono per esempio:
- la facilità di reperire finanziamenti, il famoso accesso al capitale (proprio, di amici e partenti, di terze parti, come Venture capitalist etc.)
- il contesto, le condizioni di mercato, il tessuto imprenditoriale, il network relazionale (i famosi legami deboli che possono fare la differenza)
- le competenze, gli asset fisici e intellettuali
E ancora: questi driver sono gli stessi in italia che in America, o in Cina, per esempio? E come incide il supporto psicologico della famiglia e degli amici, o il supporto e i consigli network relazionale, di chi come te ha affrontato le stesse situazioni e si è fatto le stesse domande..
“Sai Leonardo, – mi dice Vito, – alla fine se leggi la letteratura ho l’impressione che ci sia un grande scollamento rispetto alla realtà, ecco perché ho deciso di chiedere agli startupper, in particolare coloro che frequentano 2 gruppi su Facebook, Indigeni Digitali e Italian StartUp Scene di contribuire, in forma assolutamente anonima, a questa ricerca.”
Vito per me rappresenta la faccia bella giovane e pulita di questo paese, sempre pronto a piangersi addosso e a sottovalutare le proprie risorse e il proprio potenziale. A tutti gli startupper consiglio allora di partecipare alla ricerca e a rispondere al sondaggio, Vito poi invierà a tutti noi (anche io ho risposto al questionario, citando il Social case history forum come startup nel campo dei Social Events) i risultati dell’analisi focalizzata sul contesto e sulla realtà italiana.
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