Premessa
Sarà questo tempo novembrino che mi immelanconisce o il freddo che finalmente è arrivato, o forse sarà che questo è il mese dei morti e delle persone care. Non so esattamente perché ma stamattina mi sono messo a pensare a mia nonna materna. E mi sono tornate in mente alcune delle sue massime e dei suoi principi di vita, che ho deciso di condividere con voi.
Mia nonna
Mia nonna si chiamava Cesira, ma per noi era la nonna Rina. era una Business woman, senza ombra di dubbio. Nata in una famiglia di commercianti, i suoi avevano un commercio di cartoline illustrate di Firenze, in via Vacchereccia, aveva quel che si dice il fiuto per gli affari, anzi il bernoccolo, come diceva lei. Poi, dopo aver sposato mio nonno Cesare (proprio così, Cesare e Cesira), avevano avviato un negozio di pelletterie in via Calimala, in pieno centro, quasi davanti alla loggia del Porcellino.
I 5 princìpi di business di mia nonna
1. La migliore vendita nasce dall’acquisto. Il segreto, se non l’unico ma uno dei principali, per vendere bene, con un buon margine, è avere a sua volta acquistato bene, puntando sulla qualità e l’affidabilità del fornitore. “Se hai comprato bene sei a metà dell’opera”, mi spiegava la nonna a me bambino quando passavo i pomeriggi con lei in negozio.
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2. Ci vuole assortimento. “Nonna ma perché devi avere tutti questi portafogli, quando poi i clienti, mi hai detto, preferiscono acquistare sempre alcuni modelli in particolare?”. “Perché il cliente che entra in negozio non lo sa e perché il cliente VUOLE poter scegliere, e l’assortimento è fondamentale. Se ci fosse solo uno o pochi articoli, anche se fossero proprio quelli che lui vorrebbe probabilmente non acquisterebbe. Il cliente ha bisogno di paragonare, di vedersi allo specchio con 3 o 4 borse prima di decidersi ad acquistare.
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3. Le persone sono importanti. Mia nonna non aveva un bel carattere. Dire che fosse burbera è dire un eufemismo. Ma riusciva a trattare bene i clienti, sopratutto aveva una grande memoria, una sorta di CRM vivente.
4. Chi può spende meno spende. Mia nonna era convinta che il prezzo fosse quasi sempre indice di qualità. E lo stesso principio che applicava alla scelta dei fornitori e al pricing lo applicava per le sue scelte di acquisto. Diffidava dei prodotti a basso costo. Mi ricordo quando andavamo ad acquistare le scarpe. “Meglio spendere qualcosa di più ma comprare un paio di scarpe buone, che non si rovinano e non si sciupano subito”, mi diceva. Correlato a questa massima, un’altra prettamente fiorentina: “Icché ci va ci vuole”.
5. I Collaboratori sono importanti. Mia nonna aveva una stima e considerazione infinita per i commessi e le commesse del negozio, sopratuttto se erano bravi. Mi ricordo di Anna, una commessa storica, che sarà rimasta in negozio almeno 20 anni. Per lei le commesse, ma in generale i collaboratori erano il vero capitale della sua azienda e del suo business, e tendeva considerarli e trattarli con tutti gli onori. Certamente a modo suo aveva introdotto forme di incentivi e MBO e di ricompense a fine anno.
Ecco, forse queste massime vi avranno fatto sorridere o possono sembrare banali, ma stiamo parlando degli anni ’70 e il mondo del commercio in italiano era molto diverso dai giorni nostri.