Di notte si pensa, si lavora, si crea e a volte si gettano i semi per un domani, un giorno migliore, come cantava Cesare Cremonini.
Fa parte della vita: inseguire i propri sogni, provare a tradurli in qualcosa di concreto, di maggiore consistenza dell’aria.
Ci sono svariati modi per arrivare ad una meta, un risultato di qualunque natura essa sia. Ci si può arrivare senza sforzo, con classe e leggiadria, con il semplice esercizio del talento.
Si può viceversa decidere di sperimentare di provare, provare e riprovare come diceva Galileo, l’inventore della scienza sperimentale. In altre parole si può sopperire al talento con la costanza, la dedizione, l’impegno che a volte sfocia nella cocciutaggine.
L’approccio – o la strategia – non sempre si può sceglierla, a volta la strada che puoi percorrere è una sola, obbligata, guidata dai tuoi limiti o dai tuoi talenti.
Io non credo di essere uomo di talento puro ma di talento a sprazzi, ad intermittenza. A volte sì a volte no, come le frecce dei carabinieri, che prima si accendono e poi si spengono.
Per cui non mi resta che attendere l’illuminazione, sempre a rischio di una nuvola passeggera, di un rannuvolamento improvviso o di un’eclisse annunciata che oscuri il cielo e tolga la luce.
Ma dove non arriva il talento, la predisposizione verso una qualche forma di arte o espressività, può arrivare la tenacia e la perseveranza.
Basta dirsi un obiettivo, realistico anche se sfidante, e sopratutto un termine, una scadenza. Per me le scadenze cadono invariabilmente o alla fine del mese o dell’anno o coincidono con una ricorrenza (es. mio compleanno, festa del Papà..).
Quest’anno è diverso: la mia scadenza di ciò che non vi dico ancora coincide con una data unica e dolorosa. Il 13 maggio. Un anno fa, il 13 maggio, mi lasciava mio padre. E’ già passato quasi un anno. Il tempo passa.
Il babbo era ossessionato dal tempo.. “Svelti svelti, state perdendo tempo”, e poi ” sveglia Bambino, chi dorme non piglia pesci”. “il tempo è galantuomo, non fa sconti a nessuno..”
Aveva fatto incidere uno dei suoi motti preferiti su una maiolica, una frase latina che parlava del tempo. “Horas non numero nisi serenas“. In realtà lui mordeva la vita ed era in continua, affannosa, disperata lotta contro il tempo. E anche io sono un p0′ così.
Chissà ora se hai cambiato parere sul tempo e se ci vedi cosa pensi di noi quaggiù, e di me che ho bisogno di pensare a te per fissare un termine, una scadenza per un progetto, per un obiettivo.
In occasione del 13 maggio, potrete scaricare gratuitamente su Amazon, il mio libro “All’ombra del Padre“.
Chi invece preferisce acquistarlo sappia che i proventi vanno alla Fondazione Veronesi per la lotta contro il cancro.
Buona notte, Babbo.
Lascia un commento