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4 lezioni per il customer service via Twitter

10 gennaio 2013 - Leonardo Bellini Lascia un commento Archiviato in: Social Business

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Sto leggendo un articolo molto interessante di Jay Baer, blogger con Convince & Convert che racconta un esperimento per capire in che modo i brand ascoltano, gestiscono e rispondono alle conversazioni, in questo caso su Twitter.

Un dato di fatto: secondo the Socialhabit.com, una ricerca sull’uso dei social media, il 42% degli utenti si aspetta di ricevere da un’azienda una risposta su Twitter entro 1 ora al massimo. Ma in che modo le aziende stabiliscono una strategia per gestire le priorità, in base alla gravità e importanza dei contenuti, in base al livello di social influence del mittente, per esempio? Sta certamente nascendo una nuova cultura e coscienza  di applicare un approccio rigoroso e scientifico alla gestione delle domande, e soprattutto delle lamentele e dei reclami.

L’esperimento compiuto dal team di Jay Baer e dai ragazzi di Software Advice mirava a capire e scoprire i meccanismi e gli algoritmi utilizzati dai Software per la gestione degli account Twitter, o anche in base alle social media policy vigenti.

4 impiegati per 4 settimane hanno inviato usando il proprio account personale richieste di customer service a 14 Brand consumer di 7 differenti settori.

Durante la prima e terza settimana i nostri impiegati hanno scritto tweet inserendo menzioni (usando @) nei loro messaggi, provocando in tal modo la notifica al brand  menzionato.  Nella seconda e quarta settimana era menzionato solo il brand.

Le domande via tweet erano scritte ad arte, in modo da suscitare un senso di gravità o di urgenza:

  1. Urgente, ho bisogno di aiuto in questo momento
  2. Positivo (grazie)
  3. Negativo
  4. Una domanda presa dalle FAQ dell’azienda
  5. una domanda tecnicamente complessa, che richiedeva più di una risposta per essere evasa
 Ecco i risultati e le lezioni apprese:
1. Solo una piccola percentuale  (meno dell’8%, o 3 su 40 tweet) dei Brand ha risposto ai tweet che non includevano la @, ossia le menzioni vere e proprie. Facendo così le aziende si perdono una grande oppportunità per intervenire, fare cross-up selling o per rilanciare un elogio o un apprezzamento. Lezione: non limitarti alle menzioni (@).

2. Le regole per stabilire una priorità ai tweet diventano sempre più cruciali; dalla ricerca è emerso che molti brand danno priorità in termini di risposta  ai tweet che contengono “Grazie” (una risposta dopo 13 minuti). Sembra che analoga accortezza e preferenza non sia accordata a tweet che mostrano preferenza alla marca, intenzione di acquisto etc. Tweet assolutamente di valore. Lezione: lavora con il tuo team per identificare le parole chiave di valore da  identificare all’interno dei tweet.

3. Integra le domande vi twitter con gli altri processi e strumenti di gestione dei ticket (trouble ticketing). Si deve assicurare un metodo e un processo standard a tutti i tweet di customer service, a prescindere dal livello di priorità. Lezione: integra  i tweet con i sistemi di trouble ticketing aziendali, e sollecita una risposta mediante escalation. ricevere una risposta dopo giorni è come non averla mai ricevuta.
4.Registra tutte le interazioni con i clienti in modo che tu sia in grado di identificare i clienti più attivi; questi ultimi dovrebbero essere privilegiati; un cliente solerte è più probabile che condivida con il passa-parola un’esperienza negativa. Lezione: assicurati quindi che il software possa tracciare il profilo del cliente e sia in  grado di riconoscere se ha fatto la stessa domanda recentemente, a cui magari non ha ancora ricevuto una risposta.
Ecco l’infografica che riasume i risultati.
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Leonardo Bellini, fiorentino di nascita e milanese d'adozione. Condivide su questo Blog contenuti, spunti e riflessioni sul marketing digitale. Tra i suoi progetti: Social Minds, co-fondatore del Social case history Forum, Autore di "Fare business con il Web" - Lupetti Editore.

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