Avevo letto qualcosa in merito al concetto di growth hacker un po’ di tempo fa, senza in realtà approfondire; ci è voluto lo stimolo e il suggerimento di Lorena che l’altro giorno mi ha mostrato “Growth Hacking“, il libro di Jose e Joe Casanova, per incuriosirmi di nuovo e farmi approfondire l’argomento. Così ieri ho acquistato “Growth Hacker marketing” di Ryan holiday, considerato un best-seller e l’ho letto avidamente.
Ci sono molti richiami e correlazioni con Lean Startup di Eric Ries e altri libri sulla lean innovation che sto leggendo e di cui vi parlerò a breve per annunciarvi una bella novità: un corso su pensare leggeri (Thinking Lean), tenuto con l’amico Adriano Gasparri. In settimana scopriamo le carte, stay tuned.
Alcune considerazioni tratte da un post pubblicato da SmartInsights.com
- l’era della economia e della produzione industriale è in fase di declino, se non, per alcuni settori, definitivamente tramontata. Siamo nella connected, collaborative, sharing economy, con bassissime barriere all’ingresso ma una feroce competizione.
- viviamo in un era di grande trasformazione, anche di crisi e di recessione; il modo di lavorare (leggi Remote), di pensare al proprio lavoro (stabile vs freelance), e nuove competenze stanno sostituendo approcci consolidati e vecchi ruoli. Le competenze digitali sono sempre più richieste e necessarie
1. Product Market Fit
Crea un Minimun Viable Product, un prodotto vendibile e funzionante con le funzionalità minime, sottoponilo e miglioralo con i feedback e le indicazioni dei clienti, mediante un processo di apprendimento iterativi, fino ad arrivare a “fittare” con il mercato e i tuoi clienti. Il tuo prodotto deve essere in sincronia con i tuoi clienti. Non aver paura di lanciare il prodotto e di sottoporlo al giudizio dei clienti. Il marketing deve lavorare a braccetto con lo sviluppo prodotto fin dalle fasi iniziali e non pensare di intervenire solo a prodotto finito; ascolta la tua audience, crea test di usabilità, effettua sondaggi e interviste. Raccogli e implementa i miglioramenti raccolti.
Secondo Sean Ellis, autore di Lean marketing for Startups e considerato uno dei padri del concetto di Growth hacker, Il product market Fit è il primo livello della piramide per le Startup; leggi questo articolo di Ash Maurya che spiega bene questo passaggio.
2. Find your Growth Hack
Trova il tuo Gancio, espediente (Hack) per la crescita veloce. Non basta aver sviluppato un buon MFP, se non riusciamo a farlo conoscere e provare velocemente.
Il ruolo del Marketing non è tanto quello di costruire la brand awareness quanto quello di creare nuovi utenti e utilizzatori. Dropbox per esempio ha creato internamente un video dimostrativo che ha diffuso tra i Forum frequentati dalla propria audience. Non sprecare denaro nel fare qualcosa di costoso, l’hack deve essere a buon mercato, veloce e semplice da attivare.
3. Going Viral
Individua meccanismi, economici, creativi, social di viralizzazione del tuo prodotto. Dropbox per esempio offre spazio extra a coloro che riusciranno a portare altri clienti (invia un email agli amici o condividi sui canali social). Esistono molti esempi, basati sulla gamification, sulle raccomandazioni, o sulla gratificazione sociale per accelerare il processo di diffusione. Grazie a questa campagna basata sui referrer Dropbox ha aumentato del 60% il tasso di acquisizione e ha raggiunto 2,8 milioni di nuovi clienti.
4. Retention & Optimization
Una volta acquisito il cliente, è compito del Growth hack marketer comprendere, trattenere, fidelizzare il cliente, piuttosto che investire budget verso attività di generazione di nuovi lead. Il focus quindi non è più sulla generazione esterna di nuovi lead bensì sull’ottimizzazione interna dei contatti e dei clienti esistenti.
Ecco una presentazione che ho trovato su GrowthHackers.com il nuovo progetto di Sean Ellis, l’inventore del concetto di Growth Hacking, Fondatore e Ceo di Qualaroo.com che spiega alcune tecniche di conversion rate optimization.
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