Dopo quasi 24 ore di viaggio, inclusi i ritardi del volo da Londra a causa della concomitante presenza di G.W. Bush, ono di nuovo sul suolo italico.. ancora in pieno Jet Lag… Che dire della mia esperienza a Shanghai ed in generale del programma “Doing business in China” a cui ho partecipato? é stata senza ombra di dubbio un’esperienza positiva che mi ha permesso di incontrare persone interessanti e stimolanti di conoscere e apprendere nozioni utili, di vedere luoghi ed ascoltare storie di aziende italiane che hanno intrapreso con successo un processo di internazionalizzazione che ha permesso loro di aprire uno stabilimento oppure un ufficioin Cina. Particolamente proficuo e stimolante l’incontro con manager che lavorano in Manuli Rubbers – che ha creato uno stabilimento in un parco tecnologico a 80 Km da Shanghai, con Indesit, che ha avviato la produzione ed assemblaggio di alcuni prodotti- in particolare lavatrici – in una fabbrica vicino a Shanghai e di Beretta Salumi che da alcuni anni ha avviato una Joint Venture con un’azienda cinese leader nella lavorazione di carni suine da macello. Alla base di queste storie di successo, oltre alla lungimiranza del management italiano, vi è una grande passione e capacittà di cogliere le opportunità chje la Cina può offrire. La relazione con i cinesi, la capacità di entrare in sintonia con questo popolo, di colgierne le usanze e le sfumature, sembra essere una delle chiavi di successo per un’efficace cooperazione.. questo lato “Soft”, è tra quelli che mi ha particolarmente colpito e fatto riflettere, ho scoperto quanto sia importante tener conto delle differenze, di considerare il management interculturale, c di cui avevo letto solo qualcosa di sfuggita.
Per il resto Shanghai è una città che ti intriga, ricca di luci sfavillanti, di grattacieli e di grandi contrasti. Shanghai potrebbe essere una città ricca occidentale, cosmpolita e di respiro internazionale, moderna e sofisticata, il trionfo del consumismo, installata in un contesto, quello cinese, completamente differente, una realtà ancora in gran parte rutale e con una struttura sociale per certi versi ancora medioevale.
A Shanghai sono entrato in alcuni ristoranti e locali Pub tra i più belli ed eleganti che mi sia capitato di vedere, sono stato rapito dalla frenesia collettiva dell’acquisto compulsivo che prende lo straniero quando accede al Mercato falso, /Fake market) dove per un attimo tutto diventa a buon mercato, accessibile ed acquistabile. Ecco un video girato in Taxi con Laura e Stefano mentre stavamo andando proprio al Fake Market di Shanghai..
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