Premessa
Come sapete non sono un esperto SEO, anche se mi è capitato in passato di fare corsi e consulenze, magari supportato dal mio Partner Enrico, molto più esperto di me. Ebbene sento l’esigenza di scrivere questo post perché mi rendo conto che ancora la percezione del SEO in molte aziende sia ancorata a quella che si poteva avere prima del 2011, ossia prima dell’avvento dell’update Panda. I In merito alle tecniche SEO che non servono più ho scritto recentemente un articolo, riprendendo un post di Neil Patel, sulle 7 tattiche SEO obsolete e ciò mi ha incoraggiato a scrivere questo post.
Vediamo quindi alcuni dei fattori introdotti dall’algoritmo Panda (lo so bene che sono un paio di animali indietro, Pinguino e Colibrì) nel 2011:
La filosofia del Panda
secondo alcuni esperti SEO ci sono 3 fattori chiave che Google considera per determinare se classificare in alto un sito (in realtà la singola pagina) per una determinata parola chiave o insieme di parole (keyPhrase):
1. Se il tuo sito è gradevole, “di bell’aspetto”
2. Se è ben progettato, intuitivo e facilmente navigabile
2. Se il sito è ben scritto, se i contenuti sono di qualità, se è scritto non solo tenendo conto le parole chiave o i backlink
Mi rendo conto che questi 3 punti sono meramente qualitativi e soggettivi, l’algoritmo convertirà questi fattori in formule e dati quantitativi.
4 fattori da considerare per il SEO:
Vediamo dunque questi 4 punti, evidenziati da Rand Finskin Ceo di Moz:
1. Tempo sul sito: quanto più un visitatore passa tempo sul tuo sito quanto più significa che è interessante. Vivecersa se il sito è malamente progettato e i contenuti sono scarsi, il tempo sul sito si riduce drasticamente.
Esempio: tempo sul sito su questo blog è 1 minuto e 20 secondi.
2. Frequenza di rimbalzo: tecnicamente si parla di rimbalzo quando il visitatore arriva su una qualunque pagina e se ne va dopo pochi secondi, senza aver interagito in alcuno modo con gli elementi della pagina.
Tanto più la frequenza è elevata quanto più il sito esprime una scarsa capacità di soddisfare le esigenze e le aspettative dell’utente. Una causa può essere il fatto che il sito è ricercabile per parole chiave non coerenti rispetto ai reali contenuti.
Esempio: la mia frequenza di rimbalzo medio su questo Blog è 4,8%. Questo è il dettaglio.
3. Click-through rate: cosa succede quando un tuo articolo appare tra i primi risultati di una ricerca organica (SERP) ma, per qualche motivo, tale risultato non viene cliccato? Significa che gli elementi dello snippet: titolo, descrizione, link non sono sufficientemente eloquenti o persuasivi da scatenare il click proprio sul nostro risultato.
Tramite gli strumenti per WebMaster di Google è possibile conoscere qual è il click-through associato alla presenza nelle SERP di un nostro articolo.
E’ come avere un negozio su una via principale ben trafficata in cui nessuno desidera entrare perché non è attratta da ciò, che, attraverso la vetrina, vede dal di fuori.
Esempio: Click-through rate per alcune parole chiave per questo blog. Per “digital marketing” il CTR è 10%
4. Velocità di caricamento della pagina: quanto deve aspettare il visitatore prima che riesca a fruire dei contenuti della vostra pagina? I siti che si caricano velocemente sono apprezzati dai visitatori e premiati a loro volta da Google.
Potete usare il tool Page Speed Insight di Google, disponibile anche sotto forma di estensione per Google Chrome, oppure Pingdom Full Test page, per una verifica.
Come vedete i fattori legati all’usabilità, la velocità di caricamento e l’engagement generato influenzano indirettamente le classifiche.
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