Traggo spunto dal recente Post di Steve Rubel apparso su MicroPersuasion, perché l’argomento mi interessa particolarmente (ricordate i miei post sul self-publishing, su Lulu ed il miolibro); il tema è quale sarà il futuro dell’industria del libro (case editrici, ma anche rete di distribuzione e di vendita, insomma tutta la filiera..).
In tema di distribuzione, alcune case editrici – Rubel cita The Surgeon un romanzo di Tess Gerritsen di Random house – hanno messo online alcuni libri elettronici su Scribd in versione integale e gratuita.Cita anche Zinio, che da tempo vende online riviste elettroniche, e Safari Books Online della O’Reilly.
A mio avviso bisogna distinguere tra: a) strumenti, dispositivi che ci permettono di estendere o arricchire l’esperienza di lettura anche in altri contesti (tipicamente in mobilità – ed in questa categoria rientrano i vari Kindle, o dispositivi + sofisticati e migliori come l’ILiad di Antonio Tombolini – b) nuovi servizi legati in generale alle modalità di acquisto, conservazione, lettura, condivisione, di un oggetto leggibile (ebook?). é quello che offre Safari Books, la possibilità di sottoscrivere un abbonamento per consultare e accedere al tuo libro da Internet, ovunque tu sia, o Kindle di acquistare solo la versione digitale del libro.
c) nuovi modelli di business che possono nascere (di cui il self-publishing è un esempio). E se il lettore 2.0 fosse disposto a trovarsi della pubblicità tra le righe pur di poter leggere un libro gratuitamente?
E se invece potessi condividere in diretta la mia esperienza di lettura, i miei commenti o le mie osservazioni, con i miei amici o i miei vicini di banco, anzi di Anobii?
Cosa dovrebbero dunque fare le case editrici? Come potrebbero far leva su questo?
– Offrendo la versione o servizi digitali per almeno alcuni dei loro prodotti?
– Permettendo alle persone di incontrarsi in rete e discutere di quello che hanno letto? §
– Potrebbero offrire un servizio diverso, un ambiente di conversazione oltre che offrire occasioni e spunti di lettura..
– Potrebbero far leva sul profiling, la personalizzazione, il collaborative filtering, le raccomandazioni, … insomma tutto ciò che da anni le librerie online hanno fatto, compreso ed ottimizzato..
Ma allora qual è o come si trasforma il ruolo dell’Editore e di chi cura il marketing all’interno delle case editrici? Forse dovrebbe diventare un “Facilitatore”da una parte, un innovatore dall’altra, ma certamente dovrà diventare un attento osservatore dei Social Media e dell’impatto Distruttivo che – non lo dico io ma lo profetizza Steve Rubel – sulla industria libraria.
L’associazione culturale “Progetto e Materia” organizza per il 9 e 10 aprile 2011 a Banchette (TO) il primo Festival del Self Publishing. Possono iscriversi tutti gli autori che abbiano autoprodotto un libro mediante il self publishing o il print on demand. Lo scopo è duplice: da un lato gli autori potranno presentare e commercializzare il proprio libro al pubblico, dall’altro i visitatori potranno imbattersi in pubblicazioni difficilmente reperibili nelle grandi fiere dell’editoria.