Premessa
Vi scrivo poche note dal fronte; la prima giornata qui al Lean Startup Machine è stata molto intensa, per me, in quanto Mentor, è iniziata alle 16.00 e si è conclusa quasi al mezzanotte, quando sono uscito dai locali di StartMiUp presso Copernico Milano.
L’Obiettivo del workshop
Secondo i principi della Lean Startup potremmo dire che uno degli obiettivi di apprendimento più forti è quello di insegnare un metodo per validare velocemente un’assunzione; solo se l’ipotesi (quella più forte, più “rischiosa”) sarà validata ha senso investire tempo e denaro nella concezione di una soluzione. Sulla maglietta che chi hanno dato c’è scritto: “Fail Fast, Succeed Faster”.
L’obiettivo finale è quello di presentare un nuovo modello mentale, un nuovo approccio, un nuovo Mindset per affrontare i problemi riducendo gli sprechi e gli investimenti (secondo la filosofia Lean del Modello Toyota, etc.)
Il Formato
Ho verificato che il workshop è molto impegnativo, a differenza di altre iniziative analoghe l’obiettivo qui è invitare, se non costringere, le persone ad imparare ad usare un metodo, e ciò è sicuramente molto formativo.
Il metodo
Dopo una presentazione e un benvenuto, ai partecipanti è stato chiesto di scrivere i loro “problemi/idee” durante la prima serata ai partecipanti sono state comunicate “le regole del gioco” e spiegato il thinking tool della LSM, la Javelin Board, lo strumento che ci consente di riportare gli elementi chiave:
- Il Problema: tipicamente il punto di partenza; deve essere formulato secondo una prospettiva del Cliente
- Il Cliente: chi soffre maggiormente del problema identificato, chi è potenzialmente sensibile e ricettivo e interessato a risolvere quello specifico problema
- Le Assunzioni da verificare; tra queste si chiede al team di identificare quella “portante”, che fa da architrave, senza la cui validazione cade il castello delle altre ipotesi e di fatto viene meno il problema.
- Il criterio di successo: il team decide a priori, prima di uscire a fare le interviste (Get out of the building), quale sia il criterio di successo per validare la Riskiest Assumption; per esempio 13/20; significa che si stima di fare 20 interviste e dai feedback ricevuti 13 di queste validano la nostra ipotesi di base.
Dopo questa spiegazione si è proceduto alla votazione delle idee e alla formazione dei team di lavoro, uno per ciascun problema. Il compito della serata era identificare gli elementi per comporre il 1° esperimento, che sarà condotto durante la seconda giornata, cioè oggi.
Alcune regole
- Non più di 5-7 parole per post-it. Brainstorming sul problema. Come si sceglie il problema? Si sceglie quella che è l’idea più solida. Si sceglie la declinazione più forte. I
- Assumptions: Le assunzioni sono le ipotesi che il problema esiste e che il customer abbia quel problema. Le possibili assunzioni sono il perché hai un problema. L’assunzione più rischiosa è che se non regge devo cambiare problema e/o client
- Criteri di successo: l’80% delle persone confermano l’ipotesi (es. il traffico a Roma fa schifo). Il criterio di successo va dal 60% in su
- Get out of the building: i team usciranno, distribuiremo una guida al workshop su come fare le interviste. Il lavoro del mentor arriva nel; Il mentor deve aiutare il team alla preparazione dell’intervista.
- Result & decision: in base al criterio di successo valido o non valido l’ipotesi
- Learning: il mentor aiuta il team a ragionare sui risultati delle interviste e a cambiare eventualmente pivot. Le domande devono essere qualitative, devono mostrare; si deve far ragionare sul learning. Il mentor non dà mai risposte, fa solo domande; LA risposta è “pensaci”, non dobbiamo dare noi le risposte.
La seconda giornata
Oggi parleremo di come impostare un’intervista e i team usciranno fisicamente fuori dal palazzo per andare a verificare sul campo, mediante una serie di interviste qualitative, la validità. il livello reale di interesse e di urgenza (Pain) delle loro assunzioni più importanti. Il resto ve lo racconterò.
Conclusioni
Passare da un’idea, soltanto dall’identificazione alla validazione del problema è uno dei punti cruciali per il successo di una futura startup. Il Workshop di LSM ti consente/costringe di concentrarti ad eseguire il processo di validazione in maniera rapida, focalizzata e incisiva, e così ti porta a cambiare metodo e prospettiva. Molto interessante ed istruttivo. Pubblico come immagine quella che riporta una frase di Eric Ries, più volte citato ed evocato.
Alla prossima, stay tuned.
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