L’autore Gene Smith, Principal di nForm, società canadese specializzata in User Experience, descrive alcuni ambiti di applicazione del tagging:
– gestione dell’informazione personale (come organizzare meglio i propri documenti, appunti.. naturalmente questo concetto può essere esteso ad un gruppo all’interno dell’azienda o all’intera organizzazione e propone un modo diverso, alternativo ai tradizionali sistemi di Knowledge management aziendali)
– Social bookmarking: condividere all’interno di una community i propri link, segnalazioni, aggiungendo le proprie note, sotto forma di Tag.
– Collezionare e condividere gli oggetti digitali: dalle foto nostre e di altre, pubblicate su Flickr, alle presentazioni su Slideshare, ai video su Youtube ai nostri libri preferiti pubblicati su LibraryThing
– Migliorare la online shopping experience: il tagging permette di esprimere in maniera semplice e veloce un proprio commento su un prodotto e quindi dare qualche informazione, personale, soggettiva ma autentica e spontanea, su un prodotto acquistato. Se andate su Etsy potete vedere come il tagging diventa uno strumento di navigazione, alternativo alla struttura gerarchica – tassonomica, stabilita a priori dall’information architet del sito o dello shop online. Andate a vedere anche Buzzillions, una community di recensioni di prodotti
Il libro illustra inoltre quali sono i principali vantaggi del tagging sia in termini di return on Experience (come migliora, arricchisce e semplifica la vita dei navigatori) sia in termini di Return on Investment (quali sono i benefici in termini di business, per esempio, incrementa la partecipazione, permette di creare un set di metadati in maniera gratuita e consistente..)
Sto continuando a leggere, credo che meriti.
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