Il primo tema affrontato da Giovanni è stato il rapporto tra le Agenzie di comunicazione e la multicanalità, in un contesto di cambiamento che obbliga sia le aziende sia le agenzie a rivedere come interagiscono. Lo scenario è complesso: ma tale complessità è un fattore che non va evitato ma dobbiamo conviverci in maniera creativa, afferma Giovanni.
Più attori coinvolti, + strumenti.
Supponiamo un responsabile aziendale che voglia aprire un Blog; a volte viene bloccato da altre funzioni che introducono alcuni vincoli (es. responsabile Ufficio Legale che blogga i post..)
Il numero di partner ed il loro ruolo è in continua discussione: la filiera si è disgregata: posso chiedere un supporto creativo o strategico ad attori plurimi. Il confine tra quello che è strategico e quello che è tattico sta perdendo la linea di demarcazione.
I clienti reloaded vogliono avere un ruolo attivo, anche loro diventano attori di questo processo; il numero di possibili percorsi di un processo di comunicazione è diventato complesso.
Vediamo come cambiano gli Strumenti: i media vivono un processo di ibridazione (la TV che diventa Web, Outernet)
Dall’altra parte ci sono vincoli e problemi di interoperabilità: applicazioni Mobile non girano su PC, non esiste un formato standard per la pubblicità da un punto di vista tecnologico.
Strumenti e luoghi ci conversazione di massa diventano sempre + complessi. non esiste ancora un modello condiviso dal mercato in grado di sostituire la sdisgregazione della filiera.
Quali sono le metriche?
La Reach ( dalla audience alla conversation), la Relazione, la Relevance (contenuti efficaci online, seo oriented).
La piramide della visiblità online è come un iceberg spesso legata alla capacità di essere trovati sui motori di ricerca.
I contenuti ed i servizi generati dall’azienda. Dalla parte opposta non ho controllo e l’autorevolezza non la ottengo acquistando pareri (grazie magari a tecniche di infiltration o di manipolazione).
In mezzo abbiamo i media:
– possiamo giocare sulla rilevanza dei ns contenuti, la continuità ed il valore aggiunto sui ns servizi
– possiamo agire condividendo i miei contenuti e coinvolgendo l’utente, mediante le relazioni (cluetrain manifesto)
La fedeltà ad una marca è completamente rinegoziabile: la conversazione di massa deve indurci a rivedere la ns strategia di marketing.
1. La prima fase è quella dell’ascolto (LISTEN)
2. La fase della presenza (I AM): molte aziende attivano un processo di buzz (video virali) ma questo deve essere gestito e coltivato
3. la fase del racconto ( I TELL): blog, web tv,: è l
4. la fase della condivisione, (I SHARE): la prensenza nei Social Network, le community ci sono già (facebook, netlog, Live Spaces). Per creare una community di marca devo garantire un valore aggiunto notevol
Innovazione e come impatta sul modo di fare comunicazione:
Il cellulare ha cambiato lo scenario: l’iphone e gli altri produttori ha comportato alcuni punti che cambiano lo scenario: contenuti audio e video ad alta qualità
Altri accessori come GPS ed accelorometro (Servizio Round Me su iPhone mi permette di darmi l’elenco delle banche dei caffè che sono attorno a me). Come contestualizzare il messaggio?
Web Collaboration di WebEx è già presente su iPhone
Streaming HD al alta definizione: non c’è + differenza: la TV H D su Internet è interattiva
Web 3.0: il web semantico: enorme database di contenuti, non legati tra loro tramite link ma dalla valenza semantica che li lega. Un contenuto georeferenziato, accessibile, con possibilità di interazione molto diversa da quella tradizionale.
C’è molto da lavorare anche per le agenzie. Rischiamo di portare le aziende su territori che sono poi terra bruciata.
Ecco come Giovanni riassume i punti del suo intervento:
– la complessità è un’opportunità
– lavoriamo sulla comunicazione interna
– accettiamo suggerimenti, strategia e creatività da chi dimostra di essere + capace
– Aggiungiamo al brief il concetto di cliente reloaded, cambiamo anche la piatatforma con cui stiamo collaborando
– oggetto dell’attività di comunicazione non è + la comunicazione di un messaggio ma dventa relazione
– la multicanalità non è un’opportunità solo per il marketing ma è tutta l’azienda che è impegnata a cambiare
Complimenti a Giovanni per la sua presentazione; ecco la sua presentazione:
Ciao Leonardo, ho appena finito di leggere i tre post e le relative slides. Che dire, il finale della terza riassume tutto. La multicanalità deve essere un’opportunità per tutta l’azienda e non sono per il marketing. Niente di più vero.
Con Enzo e Domenico abbiamo aperto da una decina di giorni il nuovo blog sul social media marketing, non so se hai avuto già modo di passare. Ad ogni modo, lavoro permettendo, cercheremo di analizzare queste tematiche per capire cosa sta cambiando, cosa cambierà e se è cambiato qualcosa a livello effettivo.
Buon Lavoro a tutti!
Ciao Jose, sono d’accordo con te sul fatto che la multicanalità deve essere vissuta come un’opportunità, anche in ottica di riorganizzazione dei processi e delle funzioni aziendali. Vi seguirò sicuramente sul vs nuovo blog. In bocca al lupo e buon lavoro anche a voi!
Ciao Leonardo, che dire non posso che essere daccordo visto che che credo fortemente nell’interazione dei diversi canali per le strategie di marketing. Tra l’altro ho avuto la fortuna di fare questa domanda a Mr Kotler nell’incontro a Milano dell’anno scorso.
Lavorando proprio su strategie di reputation e passaparola online, non credo tutavia che i diversi media possano funzionare uno indipendentemente dall’altro e grazie agli sforzi di alcune aziende e dei centri media sempre di più spero si vada verso questo senso. Vedremo anche se il 2009 sarà l’anno degli smartphone.
a presto
Andrea C.
Ciao Leonardo,
sulla ricerca dell’Osservatorio sulla Multicanalità ho scritto anche io. Però mi viene una riflessione: parliamo di clienti multicanale, consumatori che usano il web per le loro ricerche primarie su un brand o un prodotto, e sottolineiamo quanto sia fondamentale per le aziende cogliere questa opportunità. Però, poi, corporate blog anche ben avviati finiscono per chiudere, verosimilmente per tagli alle spese. E quindi, ancora una volta, queste azioni vengono comunque considerate sacrificabili… Cosa ne pensi?
@andrea, credo anch’io che una strategia vincente non possa fare a meno che essere integrata e multi-canale”. Tuttavia, nel processo di relazione, in base al tipo di azienda ed al tipo di cliente, questa strategia rotonda, integrata può essere più o meno difficile da attuare; è ormai consolidato ed acquisito che i nuovi media siano diventati davvero influenti per creare (o far perdere) reputazione e fiducia verso una determinata azienda o prodotto, come anche tu accenni; ma la vera dificoltà a mio avviso risiede nel considerare il cliente Multi-canale sempre e comunque, anche duranti le fasi post-acquisto..
Ciao Fra_ebasta, hai ragione, ho appreso da pochi giorni che Duck Side, il corporate Blog di Mandarina Duck ha chiuso i battenti…in realtà il numero dei Blog aziendali è comunque in crescita, anche se forse non nelle entusiastiche previsioni di un paio d’anni fa. Io sostengo che in Blog aziendali non siano per tutti, bisogna avere un mix di passione, competenze, comprensione delle dinamiche relazionali online, insomma, possedere quella “blog readiness” che non + scontato che ciascuna azienda abbia nel proprio DNA Aziendale.. ecco ultimamente sto lavorando con alcune aziende proprio su questo versante; creare quella necessaria preparazione e consapevolezza per avviare un Blog aziendale che duri nel tempo, con successo.
Sono assolutamente d’accordo con te, Leonardo. E’ vero che i corporate blog stanno proliferando, ma la mia personale valutazione è che in molti casi non venga vissuto nel giusto modo. Mi piacerebbe vedere in Italia che i corporate blog venissero usati per un dialogo e un confronto diretto con i propri consumatori e in generale con la “comunità” anche in situazioni delicate o di crisi.
Così come, forse, si deve ancora diffondere una profonda comprensione di ciò che comporta sia in termini di impegno sia in termini di potenzialità.