Riprendo in questo post alcune considerazioni frutto di un dibattito sviluppatosi su Facebook (ebbene sì anche su FB ogni tanto no si cazzeggia e si toccano temi professionali), per la precisione sulle pagine di Luca Bove, sul tema dell’utilizzo (o meno) di Google analytics e che ha visto la partecipazione anche di Federico Calore, Alessio Semoli, etc.
Lo spunto iniziale era comprendere il livello di fiducia e di adozione di Google Analytics da parte delle aziende, soprattutto medie-grandi (per piccole o piccolissime aziende, penso che la quota di mercato di GA sia alta..da una piccola statistica personale).
Il discorso si è allargato nell’otmetica di comprendere quali fossero eventuali limiti di GA, per un utilizzo evoluto, specifico, fortemente business -orietend, rispetto a soluzioni commerciali a pagamento, magari modulari.
Dalla conversazione mi sembra che siano emerse alcune certezze ed alcuni aspetti + controversi;
Ecco le obiezioni principali (di I livello)
– Se è gratuito chi mi garantisce che Google manterrà attivo il Servizio?
– Se è gratuito, forse non vale granché..
– non è prevista l’assistenza ed il supporto, nè il setup iniziale nè la consulenza periodica.. d’altra parte è gratuito:-)
è divertente notare come il fatto che GA sia gratuito giochi paradossalmente a sfavore di Big G..
Altre obiezioni, un po’ + tecniche: (chiamiamole di II livello):
– non desidero che Google conosca e possa conosceere miei dati aziendali e di business
-non desidero che Google possa utilizzare i miei dati (per benchmark, analisi..)
– non ho la proprietà e controllo dei miei dati aziendali (variante della 1°)
– GA non mi fornisce il supporto di cui avrei bisogno (es. custom reporting)
A me GA piace, e penso che sia uno strumento valido anche per aziende per le quali internet, ed il business e marketing ad esso connesso (sia come canale di acquisizione prospect, vendita online, fidelizzazione clienti attuali) sia cruciale (e questo numero è destinato ad aumentare: online or die).
In generale credo che il punto focale sia comprendere che non basta dotarsi di una piattaforma potente e costosa per implementare un progamma di web analytcs se prima non si sono fatti i passi preliminari, tra cui cito:
– Definizione di un’analisi dei processi e degli obiettivi di business aziendale
– Identificazione delle metriche e dei KPI associati ai processi (cosa misurare e perché)
– Creazione del team e assegnazione ruoli e responsabilità (chi controlla cosa, chi comunica cosa, chi decide cosa, e quando)
Solo dopo aver affrontato e chiarito questi aspetti ha senso a mio avviso procedere alla scelta della piattaforma di Web analytics da acquistare (o da affiancare a quella di Google Analytics, che nel frattempo, essendo gratuita, tutto sommato semplice, abbiamo già attivato e cominciato ad usare).
Per rispondere allora al titolo del Post: un’azienda dovrebbe fare un’analisi costi e benefici; le prime voci di costo che mi sovvengono sono:
– costi acquisto Piattaforma (molto variabile) se non si usa GA (Il modello di prezzi dipende in molti casi dal numero di Page view)
– costi per recruiting, formazione, preparazione di risorse interne dedicate
– costi del personale (chi analizza costantemente i dati? Chi effettua l’analisi del caso? Chi decide cosa fare in base all’andamento?
– costi di comunicazione interna (trascurabili, se in formato digitale o magari mediante una Wiki ad hoc) Chi lo comunica agli altri Dipartimenti?):
– costi per interventi correttivi scaturiti dall’analisi (es. rifacimento della newsletter, modifica del processo di acquisto online, azioni SEO/SEM)
Ed i benefici? L’abbiamo detto, dipende, dall’impatto di Internet in termini di marketing e di business, in gran parte misurabili in termini di lead, ricavi (online diretti, e offline-indiretti), conversioni, ROI, etc.
Vi rimando ad un mio post precedente sull’esigenza di un Business case per la web analytics
Psicologicamente un’azienda che ha investito su una piattaforma a pagamento dovrebbe essere più motivata a cercare di fare utilizzarla al meglio, in modo da ammortizzare i costi iniziali. .Google Analytics ci permette invece di “giocare”, in un certo senso di non affrontare la Wa come un vero e proprio progetto ma quasi come un esperiemento, o forse un gioco…anche se.. la Web analyics non è + un gioco, ma uno strumento molto importante per misurare, gestire e migliorare il marketing e business online. E voi cosa ne pensate? Quale piattaforma di Web analytics state utilizzando o avete intenzione di utilizzare?
A breve un mio post su alcune soluzioni di Web analytics…
Ciao Leonardo.
Grazie per il post e per aver condiviso le considerazioni emerse dal vostro confronto.
Sono molto d’accordo su un aspetto: dotarsi di un software di WA non è sufficiente, anzi, è solo il primo passo.
Però non sono proprio d’accordo con uno dei primi punti emersi: “Se è gratuito, forse non vale un granchè…”.
Io credo che la questione di mettere a disposizione di tutti, gratuitamente, i propri tool, sia una gran mossa che permette di far avvicinare tutti, ma proprio tutti, a Google.
Ti leghi al brand per la posta (Gmail), la chat (GTalk), la WA (Google Analytics), la keywords advertising (Google AdWords), la ricerca (Google)…il risultato è lo stesso.
La forza di Google, secondo me, è stato proprio il fatto di non avere barriere d’accesso per le sue risorse e questo ha creato una sorta di “coda lunga” degli utenti che si servono di lui e dei suoi servizi.
Prendi AdWords; è vero che ci saranno, per esempio, 1.000 e più account che spendono milioni di euro/dollari, ma quanti ce ne sono che, anche solo per il fatto che la spesa iniziale è di 5 euro, investono cifre inferiori?
Un saluto. 🙂
Ciao Marco, e grazie del tuo intervento;
il fatto che sia gratuito, e per questo poco affidabile, è una delle a argomentazioni “forti” utilizzate dai Vendor commerciali quando cercano di smontare la soluzione Google Analytics agli occhi dei loro potenziali futuri clienti.. sono d’accordissimo con te: GA ha il grande merito a mio avviso di aver permesso anche a piccole aziende di avvicinarsi a soluzioni professionali fino fino ad allora a pagamento e quindi disponibili solo a grandi aziende… Sul tema della strategia di accesso e sviluppo di un mercato il web è una fucina sempre attiva di nuovi modelli: free, premium e perché no, freemium..
il fenomeno open source (anche se non del tutto assimilabile al concetto di free) ha dimostrato da tempo come sia importante rendere accessibili gli strumenti/infrastrutture per garantirne un più rapida adozione. E’ un metodo semplice ma funziona. Tanto le grandi quanto le piccole imprese mostrano sempre più la necessità di provare, prima di adottare, nuove tecnologie. I budget sono sempre più ridotti e questa sembra una scelta obbligata. Poi esistono una serie di modelli premium che soddisfano la richiesta di uno SLA maggiore .. ma questo vieno in seguito.