Premessa
Si completa con questo mio post il mio personalissimo resoconto di come ho vissuto l’edizione milanese della Lean Startup Machine. Se desiderate leggere la storia dall’inizio ecco i link per il 1° giorno e il 2° giorno.
Riassunto della giornata
Qui mi limito a riprendere il primo Workhop Speech tenuto da Fabio Armani che è stato davvero illuminante e mi ha fatto scoprire il Lean Change che davvero non conoscevo. Fabio è stato per tutti i 3 giorni una continua fonte di apprendimento e di ispirazione; molti dei libri e delle segnalazioni che trovate in fondo sono usciti dalla sua bocca.
Interessante anche l’intervento di Andrea Povelato sui criteri per la valutazione finanziaria di una startup e di come approcciare un possibile Finanziatore (Business Angel, VC)
Cosa ho imparato, in 7 punti
Ecco alcuni miei spunti e considerazioni ancora a caldo; provo a riassumerle qui sotto; cerco anche di evidenziare alcuni possibili ingredienti di successo che ho creduto di cogliere dall’analisi del comportamento dei team, dalle loro reazioni e comportamenti.
1. Idea iniziale. La gran parte dei team ha cambiato idea durante il workshop, a conferma che quasi mai la nostra idea, le nostre convinzioni iniziali trovano un riscontro oggettivo, scientifico, nei fatti ma si schiantano quando andiamo sul mercato, a validare.
2. Cambiamento/Adattamento. Mai come in questo periodo per un’azienda, sia essa consolidata o sia una startup, è importante capire quando è il momento di cambiare, di evolversi. “Evolve or Die” ha ribadito Fabio Armani, il più Senior tra tutti noi Mentor. Il team che è arrivato secondo è passato dal giorno alla notte, o meglio dal freddo (problema iniziale) al caldo (1° pivot) fino a comprendere che il vero problema poteva essere la possibilità di richiedere il rimborso sui treni laddove si fosse verificato un forte sbalzo termico causato, per esempio, dalla rottura dell’impianto di aria condizionata.
3. Entusiasmo/Ottimismo. Una componente fondamentale è riuscire a non abbattersi, ma a ripartire velocemente e di slancio, vedendo sempre il bicchiere mezzo vuoto, ossia cercando sempre di cogliere l’elemento di apprendimento, il learning ricavato da un’esperienza apparentemente totalmente negativa
4. Creatività/Ingegno. I team che si sono distinti sono quelli che hanno aggiunto un pizzico di creatività e se vogliamo coraggio nel provare a riformulare la loro proposta di valore. Credo che chi abbia avuto all’interno del team una figura creativa abbia goduto della capacità di pensare velocemente ad una soluzione diversa, creativa e originale.
5. Risultati: Show me the numbers. La lezione è che la creatività e l’ingegno non bastano se non sono confortati dai numeri; ai team si chiedeva di portare a casa conferme (es. email), o lettere di intenti, o il ricavato delle prime vendite. Molti team sono riusciti a portare l’evidenza del riscontro della bontà della loro idea grazie a questo tipo di validazione ricevuta.
6. Il Pitch. Saper presentare e vendere la propria soluzione, ma anche saper raccontare la propria esperienza mettendo anche in luce le incertezze o i punti di vista poi rivelatesi errati è a mio avviso una prova di forza e di maturità, che credo sia stata apprezzata e riconosciuta dalla Giuria. A parità di risultati credo che il team che è arrivato secondo sia stato premiato per la capacità di comunicare della sua Leader.
7. Agile. Che il lean startup non basta se non si capisce anche l’importanza della metodologia Agile che ci permette di accelerare il processo di Build, di execution e di iterare molto spesso.
Per i secchioni
Ecco qui un elenco di libri che si aggiungono a quelli più noti come Lean Startup, Running Lean, 4 steps to Epiphany, Startupper che avevo già letto.
- Leader’s Guide to Radical Management di Steve Denning
- Lean Change Management di Jason Little
- Il Cigno Nero di Nassim Nicholas Taleb
- Fare il doppio in metà tempo di Jeff Sutherland
- The Frugal innovator di Charles Leadbeater
- Crossing the Chasm di Geoffrey Moore
- Escape Velociy di Geoffrey Moore
Conclusioni
In generale mi porto a casa che :
- effettivamente in 3 giorni si può accelerare il processo di apprendimento e di validazione di un problema
- il carico di lavoro e di stress è un forte acceleratore per l’apprendimento
- il metodo è molto valido perché ti obbliga ad uscire (letteralmente) fuori dalla tua area di conforto e affrontare il realtà, i numeri
- a fronte di una delusione (es. assunzione invalidata) c’è sempre un’apprendimento che la (ri)compensa
- che il motto che mi sono portato stampato sulla maglietta per 3 giorni “Fail Fast Succeed Faster” è proprio vero; conviene sbagliare e fare pivoting subito per aprire gli occhi e magari imboccare la direzione giusta
Infine mi porto anche a casa un’infinità di idee, spunti e ricchezza interiore, un desiderio di applicare subito e mettere ordine mentale, oltre che una spossatezza mista a felicità (confuso e felice, cantava Carmen Consoli).
Spero che il mio resoconto vi sia piaciuto; se sì, lasciatemi un commento qui sotto…Stay tuned.
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