Due note sul seminario sul Social Media & Brand Monitoring organizzato das IAKI per i suoi clienti e a cui ho partecipato come co-relatore insieme a Sacha Monotti;
Tra le conferme:
– sta aumentando sensibilità e consapevolezza su questo tema da parte delle aziende; penso che i tempi siano maturi per sviluppare questo mercato in Italia
– creare un piano per il social media monitoring non è banale, sia per quanto riguarda la definizione degli ambiti, scope e obiettivi associabili all’ascolto online (Buzz tracking, ricerche di mercato e marketing intelligence, online reputation management, CRM, Brand insight, customer insight, Employer branding) sia per quanto riguarda la capacità di prendere decisioni tempestive e tradurre in azione quanto scaturito dall’analisi
– non basta acquistare un Software di social media monitoring; è necessaria un’attività di analisi, interpretazione, discernimento che solo l’uomo (analista, etc) è in grado di effettuare, anche se in realtà grazie i Software permettono di identificare veolocemente eventuali possibili flame e commenti negativi nei confrotni della nostra azienda. Idem per quanto riguarda l’attività di configurazione del Software che prevede:
—Scelta del dominio conoscitivo oggetto del monitoraggio: quali parole chiave, quali temi correlati al mio brand e prodotti
—-Selezione delle fonti: quali siti, domini, tipologie di Social media content andare a selezionare (Blog, forum, newsgroup, social Network, Youtube, Twitter…)?
— Definizione del livello di profondità, durata e analisi; il rischio è di perdersi e di trovarsi travolti da un flusso ingovernabile di dati
Tra le scoperte:
– La scelta del Software richiede un’analisi approfondita; certamente il Software made-in-Italy hanno almeno sulla carta il vantaggio di basarsi su motori semantici abituati a masticare e a digerire le conversazioni in italiano; un elemento critico infatti è la capacità di disambiguare basandoci su esperienza e ricerca semantica
– alcuni software, tra cui BlogMeter, stanno diventando più Business-friendly, permettono cioè di far percepire anche ai non esperti in un colpo d’occhio il quadro generale del Social Brand Positioning, anche rispetto alla concorrenza.
Tra le cose che ho imparato:
– Il social Media monitoring non esprime verità assolute ma tendenze e indicazioni di tipo relativo (dipende dall’estensione e dalla profondità del progetto, dalla configurazione iniziale, dalle fonti selezionate) ; è fondamentale riuscire a discriminare ciò che è veramente di rilievo.. tutto il resto rischia di essere rumore senza significato
– Interessante la matrice per il calcolo del rischio reputazionale di BlogMeter e il valore relativo rispetto alla concorrenza e l’introduzione di cruscotti sintetici per valutare l’andamento complessivo.
Ci sarebbe ancora molto da dire, attendo però prima le vostre osservazioni..
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