Questo è un tema molto dibattuto e che soprattutto divide, crea contrasti e dibattiti animati; ci sono varie scuole di pensiero, i sostenitori della possibilità e necessità di tradurre in profitti, rispetto a coloro che invece ne sostengono l’impossibilità (e forse l’inutilità) di accanirsi a voler tradurre e riportare in una formula (o in una casella di un foglio di calcolo) un insieme di metriche sof (fiducia, reputazione, loyalty, etc), qualitativi, di natura non finanziaria.
Appartenente alla schiera di chi crede e fautore della teoria della misurabilità del ROI per i Social Media, è senza dubbio Olivier Blanchard, autore di Social Media ROI e che evidenzia come, sotto alcune circostanze e vincoli, sia possibile riuscire a tradurre e misurare gli impatti, i risultati prodotti da un’iniziativa Social in termini finanziari.
Passare quindi da metriche Social come:
– incremento dell X% di menzioni o commenti positivi (es. misurate con il mio sistema di social media monitoring)
– Incremento del traffico verso il sito di ecommerce generato per es. dalla pagina di Facebook
– Numero di connessioni Facebook generate nei primi 3 mesi da una pagina Facebook
a una valorizzazione in termini di impatti finanziari.
Gli studi sul Net Promoter Score hanno dimostrato come sia possibile creare questo legame (fill the gap) tra metriche non finanziarie e impatti sul conto economico di un’impresa.
Ecco un esempio, che trovate poi nelle mie slide qui sotto:
Ecco la mia presentazione su Slideshare:
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