Premessa
Causa concentrazione acuta di corsi e seminari, sono ricaduto nel tunnel delle presentazioni. La verità è che ho scoperto di essere più efficace quando parlo senza slide, quando vado a braccio, almeno sui temi che domino maggiormente. Ma che ci vogliamo fare, le slide sono ancora un must, un elemento irrinunciabile e che comunque ti chiedono, dato che le persone hanno perso l’abitudine o la capacità di prendere appunti, oppure, per pigrizia, preferiscono sapere che poi potranno contare sulle slide.
Così alle classiche slide, in PowerPoint, ma anche in Keynote, ormai da un po’ di tempo, si sono affiancati e aggiunti nuovi strumenti e modalità di comunicare in pubblico e direttamente online. Oggi provo ad elencare alcune alternative a PPT.
Questione di stile: alcuni libri
Aldilà dello stile personale e dei fondamenti per creare buone presentazioni, qui vi segnalo alcuni libri basilari che trattano l’argomento:
- Presentation Zen, di Garr Reynolds
- Slideology, di Nancy Duarte
- Resonate, più recente, sempre di Nancy Duarte
- Say it with presentations, di Gene Zelazny, aggiornamento del celeberrimo Say it with charts, la bibbia per fare presentazioni per i McKinsey boys.
che ti spiegano le tecniche e gli approcci da seguire, a mio avviso c’è una precisazione di fondo da fare. Le slide mostrate in pubblico a supporto di uno speech dovrebbero essere differenti dalle slide (o documentazione a supporto) che può essere consegnata alla fine del corso. Quasi mai nessuno lo fa, diventerebbe troppo oneroso, ma gli obiettivi di comunicazione e di apprendimento sono molto differenti.
Nel primo caso le slide dovrebbero accompagnare la voce dello speaker, senza sovrapporsi al filo logico, senza distrarre l’uditore ma fornendo come un tappeto musicale, un accompagnamento. Slide ricche di immagini, screenshot, con poco testo (c’è chi dice non più di 20 caratteri per slide, con font 30).
Nel secondo caso le slide sono fruite in assenza dello speaker. Sono le slide che tipicamente io pubblico su Slideshare, sono presentazioni auto-esplicative, self-consistent, quasi degli ebook con un po’ più di grafica del normale. Ora fatta questa premessa, ecco alcune valide alternative, non tutte gratuite, a Powepoint.
7 alternative a PowerPoint
1. Apple Keynote. Non potevo che cominciare dal concorrente diretto, il principale antagonista di PPT. Devo dire che con la nuova versione, quella minimalista, mi trovo molto peggio che con la precedente, non solo per Keynote ma anche per Pages e credo di non essere il solo. Keynote rimane un gran bel programma per chi ama e usa Apple.
2. Haikudeck. Esiste sia la versione per il web che l’applicazione per iPad. Recentemente Slideshare ha fatto un agreement con Haikudeck e permette agli utenti Slideshare di creare on the fly una presentazione. Provate per capire se fa al caso vostro. Trovo che la curva di apprendimento per saper usare il tool è bassa, anche se ho impiegato certamente un po’ di tempo.
3. Canva. Forse lo conoscete grazie a Guy Kawasaki, uno dei suoi mentor. Canva è uno strumento professionale online di prim’ordine, con un’interfaccia molto chiara e intuitiva. Ecco un mio esempio. Permette non solo di creare non solo presentazioni ma anche immagini e layout grafici per i social media (come Facebook cover, infografiche). Diventa quindi concorrente di Photoshop, visually etc.
3. Prezi. In gran voga e di moda alcuni anni fa mi sembra che abbia perso la spinta propulsiva e di innovazione. La curva di apprendimento nel corso degli anni si è abbassata ma tuttora esiste e per fare un lavoro realmente distintivo occorre dedicarci un po’ di tempo o avere un po’ di talento. Esiste anche la versione a pagamento che ti permette di lavorare in locale e di portare la tua prezi anche su tablet etc. A parte la versione gratuita, community-bases, i prezzi partono da 6$/mese. Affordable, direi.
4. Sparkol videoscribe. Lo so, mi direte non è la stessa cosa, ma credo che gli esempi e l’efficacia di questo programma per creare animazioni video sia eccezionale. Guardate questo video che usa questa tecnica. Ci sono varie formule di pricing, io ho comprato la licenza perpetua.
5. GoAnimate. Diretto concorrente di Sparkol, più semplice da usare ma a mio avviso più limitato. Il rischio è di seguire peidisssequamente i template e di realizzare una video-animazione banale o comunque uguale a quella di tanti altri.
6. Lucidchart.com. Esiste anche l’estensione gratuita per Chrome, permette di fare diagrammi e schemi di flusso più che vere e proprie slide. Ho provato ad usarlo saltuariamente, senza grande trasporto.
7. Mappe Mentali. Capita sempre più di vedere in qualche conferenza o workshop il presentatore usare semplicemente un SW per le mappe mentali per accompagnare il ragionamento o il percorso didattico che sta compiendo. A me piacciono le mappe mentali piacciono molto per schematizzare un flusso, come i capitoli di un libro o anche un programma didattico. Ecco qui un esempio.
Tra i software che uso per le mappe mentali:
- MindNode Pro, disponibile anche come App per tablet
- IMindMap, a cura di Tony Buzan, autore dei libri sulle mappe mentali
- Xmind, versione online tra le più diffuse
La mia applicazione preferita di mind mapping è un’applicazione per Mobile tablet e si chiama iThoughts. E’ disponibile anche la versione per OsX. Di Software per creare mappe mentali ce ne sono davvero tanti, per cui c’è davvero l’imbarazzo della scelta.
Come vedete esistono modi alternativi, più originali e creativi, per corredare uno speech con altri elementi che non siano le solite e vecchie slide di Powerpoint.
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