Business. Made social: Questo è il titolo , devo dire molto azzeccato, del seminario di IBM per la presentazione della nuova release di IBM Connections, la loro piattaforma di Web & Social Collaboration;
Anche se la presentazione era destinata ad un pubblico IT devo dire che ho apprezzato comunque la qualità dell’esposizione e degli interventi dei 2 speaker, Chinnici e Ardigò;
Riprendo e condivido alcuni concetti tratti dai miei appunti:
– c’è una grande opportunità per chi si occupa di IT di giocare un ruolo centrale nel guidare il Marketing e altre funzioni aziendali alla scoperta e utilizzo delle nuove tendenze e opportunità che il Social dischiude; i campi di applicazione sono molteplici e investono quasi tutte le funzioni aziendali, comprese le risorse umane, le vendite, il marketing e il customer service.
Secondo l’IBM Ceo study possiamo identificare 3 fattori di rilievo da inserire nell’Agenda del CEO:
- la valorizzazione del capitale umano presente in azienda
- la gestione della relazione (anche allargata ai Social) del cliente
- L’innovazione dei prodotti e servizi.
Qual è allora La next killer app? La vera Killer App siamo noi.. È il fenomeno social che avanza inarrestabile.
– La domanda è allora :”come applicare modelli di relazione all’interno della ns organizzazione?” In che modo possiamo applicare le stesse logiche di interazione e partecipazione Social all’interno delle relazioni, di scambio, informazione e di trasferimento di valore e conoscenza all’interno della nostra azienda?
Secondo i recenti report pubblicati dall’Osservatorio MCKinsey possiamo identificare 3 modelli logici per la social business engagement platform:
- Social collaboration
- Social analytics
- Social content management
Sono queste le Tecnologie che emulano alcune caratteristiche di interazione, su cui si basa la proposta di IBM che:
– estende il concetto di social networking e collaboration a strumenti di produttività aziendale
– integra le tecnologie di ascolto e di analisi.
– integra altre apllicazioni come la intranet
Nella sua presentazione Max Ardigò parla delle 3C, di 3 modelli conversazionali:
- Conversation
- Content
- Community
La persona sta al centro e sta lei decidere quale modello utilizzare, in base al contesto e alle esigenze del momento e dell’organizzazione.
Devo dire che per quanto ho visto la piattaforma è davvero interessante: permette di costruire Intranet, Extranet (minisiti di prodotto, come quelli che ha creato Amadori) e di gestire contenuti, integrare moduli e applicazioni aziendali (es. email, documentazione) all’interno dell’interfaccia Social, che riproduce la user experience dell’Activity Stream (molto simile a Twitter) in pochi minuti; attenzione, dice Max, bisogna prima aver frequentato 2 giorni di training e preso un po’ la mano..
Interessante, anche se è stata solo accennata, la possibilità di analizzare dati relativi al tasso di adozione e utilizzo della piattaforma da parte dei dipendenti e collaboratori grazie a:
- Verifica dello stadio di adozione della piattaforma
- Mappatura della dinamica di adozione
- Integrazione con altri strumenti aziendali, dal social network si accede all’Email
Altre funzionalità legate alla piattaforma di analytics: analisi dinamica delle info, suggerimenti personalizzati, misurazione dei flussi del social network
Dal punto di vista commerciale illuminanti alcuni esempi presentati da Max relativamente al case study di Avanzi e Amadori:
– esiste una proporzione diretta tra il consumo informativo da parte dello Store Manager e venditore con i risultati di vendita riassumibile con la massima: Se non sai non vendi:)
– è possibile applicare metodologie di rewarding in base alla capacità dei venditori di prestare assistenza online, sui canali Social, proprio come in America fa BestBuy con i suoi programmi di assistenza clienti via Twitter (cfr Twelpforce). In pratica sono premiati i colleghi che supportano gli addetti al call center.
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