Nel Nuovo Anno è tempo di ripensare alla mia, nostra e vostra strategia Web… Uno dei temi caldi, o diciamo pure, per il 2010 è: come ripensare la presenza Web aziendale, Brand, Corporate, alla luce dei Social Media.
Ha senso dunque investire in un sito Web Aziendale quando è possibile creare un’alternativa o forse complementare “presenza Social”?
O forse le due presenze, quella più corporate o quella più Social si possono conciliare, amalgamare, integrare? E se sì, come? Come e Dove dobbiamo investire in idee, progetti, in tempo, denaro e risorse? Innanzitutto se la parola “presenza” ben si addice ad un sito web Aziendale, mal si confà al mondo dei Social dove piuttosto dovremmo parlare di attività, partecipazione dedizione.. insomma non basta esserci creando una pagina (Public Profile) su Facebook se poi non creiamo contenuti, partecipiamo alle conversazioni, dispensiamo consigli, ascoltiamo e rispondiamo ai commenti ed alle eventuali critiche..
Ho lanciato questa discussione sul “Mio” Gruppo su LinkedIn, e vi invito a leggere e a dire la vostra…
Secondo Sara, per esempio, non si può fare a meno di un sito Web in cui si spieghino i valori, oltre che i prodotti ed i servizi che stiamo proponendo e vendendo. Sara inoltre fa notare che le pagine più visitate al mondo su Facebook sono quelle di Brand famosi che nel tempo hanno costruito i loro brand utilizzando gli strumenti ed i mezzi della comunicazione e del marketing classico..
Io credo che gli strumenti e le possibilità che ci mette a disposizione il Web oggi siano davvero utili, fantastici, preziosi; impostare una strategia sui Social Media, partendo dalle persone che ci possono interessare e che ci possono leggere, a cui possiamo interessare, definendo gli obiettivi che intendiamo perseguire online (Sell, Lead, Brand building, reputation, , Loyalty, etc.) e infine selezionare quali strumenti, approcci e persone possiamo pensare di raggiungerli, calibrando le nostre forze e bem consapevoli degli obiettivi che possiamo raggiungerli e degli strumenti e metriche con cui possiamo misurare l’esito dei nostri sforzi e investimenti.
A mio avviso non bisogna commettere l’errore di considerare questi canali come dicotomici, come compartimenti stagni bensì come vasi comunicanti, come una rete di antenne, capaci di ascoltare e di intercettare, ma anche di (ri)trasmettere e amplificare, come una rete in grado di catturare, di aggiungere fili, linfa, succo alla conversazione. In generale quindi credo che il manager o l’imprenditore moderno si debba dare come obietttivo quello di creare un concerto armonico, un equilibro tra Classico (1,0) e Moderno (2.0), senza mai dimenticare che il nostro successo dipende solo minimanente da noi, ma tantissimo, sopratutto dagli altri… Scusate per la digressione davvero lunga..
Credo che un giusto equilibrio sia la soluzione migliore.
Come ho scritto recentemente (http://webspecialist.wordpress.com/2009/11/16/meglio-inventare-ogni-volta-la-ruota-o-consegnare-ad-altri-i-propri-utenti/) a volte non conviene sviluppare in house soluzioni che i social network offrono già, dall’altro lato basarsi solo su siti esterni espone a rischi di cessazione di servizio e consegna di fatto i lead dei clienti a terzi.
Credo dunque in siti aziendali fortemente integrati con gli strumenti social esterni, dove i social però sono concepiti come ponte verso il sito corporate (e viceversa).
Un esempio di che cosa intendo lo potete vedere nel nuovo Coin.it, in particolare nell’area news (http://www.coin.it/jsp/it/blog/index.jsp), dove i social e il sito sono quasi un’unica cosa.
In linea di massima, sono d’accordo con Gianluigi. Il futuro è nell’integrazione, consci che, come dici tu Leonardo, il successo dipende più dagli altri che da noi. E per la logica aziendale, è un concetto rivoluzionario. Ho scritto un commento sul gruppo di LinkedIn e un post su mio blog (http://liberononprofessionista.blogspot.com/2010/01/portali-aziendali-niente-estinzione.html). Commenti e pareri sono i benvenuti, ovviamente!
Ciao Riccardo, in effetti, come ci insegnano le leggi della fisica, trovare il punto di equilibrio il baricentro delle nostre azioni ed investimenti non è sempre facile…